La Fujipet è una toycamera piuttosto rara al di fuori del Giappone in quanto il modello principale non è mai stato commercializzato in occidente, e per questo anche su Ebay è piuttosto difficile trovarla. Per chi conoscesse l’inglese la fonte di informazioni più completa è il post creato da moominsean dove potete trovare notizie su tutte le diverse varianti della Fujipet: http://moominsean.blogspot.it/2011/11/fujipet-go.html. La maggior parte di ciò che so sulla Fujipet l’ho appreso da questo sito.

Il modello che sono riuscito ad accaparrarmi è quello originale detto Thunderbird che pare sia stato prodotto in Giappone dal 1957 al 1963.

Già dalle prime foto potete capire perchè è tanto ricercata: un design spettacolare da film di fantascienza anni ’50, tipo “Il pianeta proibito” tanto per intenderci. Molti dicono che ricorda anche i capelli di Astroboy! Il mio modello è di colore nero, ma ne esistono anche di colore verde, rosso e giallo (….a trovarli…..). La pelle intorno tende un pò a staccarsi (e ci credo, dopo mezzo secolo), ma in generale la sensazione che si ha maneggiandola è che sia molto più solida di altre toycam come la Diana o la Holga, infatti il corpo è in metallo. Sul retro ci sarebbe la solita finestrella rossa per vedere il numero della foto, ma sul mio modello è andata persa e uno dei precedenti proprietari ha attaccato un pezzetto di plastica trasparente rosso (dovrò sistemarla).




Intorno all’obiettivo potete notare tre “triangolini”. Quello in basso serve per modificare l’apertura che potete tenere sotto controllo tramite 3 diversi simboli intorno all’obiettivo.

Il triangolino sulla destra deve essere abbassato per caricare il meccanismo di scatto. Tanto per essere chiari porta stampato sopra il numero “1”. Una volta caricato il meccanismo si può finalmente scattare la foto premendo il triangolino sulla sinistra (quello con il “2”). Ho notato però che questo sistema tende a farmi scattare le foto un pò storte. Dovrò starci più attento.

La lente è di plastica (esistono anche modelli con lente di vetro). Sotto la lente c’è un selettore di colore rosso per usare eventualmente l’impostazione Bulb per le pose lunghe. Intorno all’obiettivo c’è un parasole retrattile.

Nella parte inferiore troviamo l’attacco per il treppiedi, e una rotella da svitare per aprire il dorso della macchina.

All’interno possiamo caricare i soliti rulli in formato 120. Il sistema di caricamento e scorrimento della pellicola si è rivelato molto più efficente rispetto alla Diana.

Nella parte superiore troviamo, oltre alla solita rotella di scorrimento della pellicola, un’attacco per il flash.

L’attacco non è hot-shoe, questo vuol dire che è necessario un flash dotato di cavetto da collegare all’apposita presa posta sull’obiettivo.

Il flash elettronico è risultato essere perfettamente sincronizzato, come si può vedere da questa brutta foto, scattata con l’unico scopo di testare il flash con l’apertura minima e una pellicola da 100 ASA.

La lente si è comportata meglio di quanto pensassi: le immagini risultano piuttosto nitide a patto che il soggetto sia distante almeno un metro. Nelle foto si notano spesso delle strisce bianche vicino ai bordi dovute quasi sicuramente a un riflesso della luce sulle pareti del riquadro interno su cui poggia la pellicola.



Non riesco a dare un giudizio obiettivo sulla Fujipet, perchè il vero punto forte è il design e il feeling che si ha utilizzandola. Le foto in realtà non hanno niente di particolare rispetto ad altre toycamera, anzi avrei preferito un pò più di vignettatura e sfocatura sui bordi, ma poco importa: l’importante è il piacere feticistico di possederla 😀

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