Prima che negli anni 70 arrivassero le famose pellicole Polaroid integrali, ovvero quelle con la classica forma quadrata, la fotografia istantanea degli anni 60 si basava sulle cosiddette pellicole Pack cioè quelle che devono essere estratte a mano e poi si deve separare la foto vera e propria dal negativo. Tali pellicole sono comunque sopravvissute fino a poco tempo fa restando diffuse nell’ambito professionale.

Oggi ho testato una delle fotocamere che utilizzano questo formato: la Polaroid 230. Di macchine simili a questa ce ne sono molte e presto ne testerò altre.

Questa macchina è dotata di telemetro per la messa a fuoco, settaggi per le diverse sensibilità di pellicola (75, 150, 300, 3000 ASA) e girando la manopola intorno all’obiettivo si può variare la luminosità della foto.

La Polaroid 230 si apre a soffietto quando bisogna fotografare e può essere richiusa per occupare meno spazio durante il trasporto.

Era richiesto per il funzionamento una batteria Eveready #531 da 4,5v ma dato che ormai sono introvabili ho fatto una modifica per usare 3 normali mini stilo.

Per questa prova ho usato pellicole Fujifilm FP-100c scadute nel 2008. Le prime foto sono venute un po’ scure perché avevo dimenticato che la Fuji richiede circa 2 minuti per lo sviluppo completo.